Non
c'è modo di eliminare la violenza nell'uomo, perché sarebbe come una lobotomia,
come una devitalizzazione, e l'uomo non sarebbe più in grado di sopravvivere in
un mondo che evidentemente è stato concepito nella violenza e che prevede l'uso
della violenza.
Ciò che noi chiamiamo violenza è in
realtà la carica, la forza, la spinta ad andare avanti. Anche l'amore sarebbe
impossibile senza questa forza.
Non si può dunque eliminare la violenza
con tutti i suoi addentellati: la rabbia, l'odio, la gelosia, la competitività,
ecc. Ma si può incanalarla in modo costruttivo anziché distruttivo. Purché se
ne sia consapevoli, purché quando si presenta ci sia un uomo che ne sia
cosciente.
In tal senso la meditazione è una forma
di auto-psicoterapia, che prima passa attraverso una forma di consapevolezza
delle emozioni e degli impulsi più profondi cui siamo soggetti e che poi
permette una presa di distanza, un distacco.
Contemplare la violenza, l'amore o
qualsiasi altra emozione, sentirla profondamente nostra e poi distaccarsene -
ecco un percorso meditativo. Ed è inutile credere che basti l'intervento di
qualche Dio per portare la pace nel mondo.
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