A Verona il consigliere comunale della Lega, che
definisce l’aborto un “delitto abominevole” e che cita il modello della Russia
di Putin, e la consigliera del Pd ultracattolica hanno votato insieme
approvando una mozione anti-aborto. Il che dimostra che la fede religiosa precede
la fede politica. Ecco perché i cattolici vogliono ad ogni costo mantenere
l’insegnamento della loro religione nelle scuole. Si tratta di un
condizionamento che dura a lungo, talvolta tutta la vita.
Ora, ognuno ha il diritto di pensarla come vuole
sull’aborto (posizione laica). Ma tra una posizione laica e una religiosa c’è un abisso. La legge
sull’aborto non costringe nessuno ad
abortire, dunque è una legge civile e liberale. La fede religiosa, invece, non
vuole lasciare scelta, vuole costringere tutti ad un unico atteggiamento,
dunque è autoritaria e illiberale.
Quando l’autoritarismo religioso si sposa con l’autoritarismo
politico, è la fine della democrazia e della libertà: non c’è più possibilità
di scelta. Tutto viene imposto in base ad un pensiero unico che è quello della
Chiesa. E si ritorna al Medioevo.
Guardiamoci da questa commistione fra religione e
politica che porta sempre a una dittatura. Probabilmente molti italiani,
allevati nella cultura cattolica, vogliono tornare al Medioevo (o semplicemente
al ventennio fascista), perché non vogliono né pensare con la loro testa né assumersi
delle responsabilità. Aspettano che sia qualche autorità – politica ma
certamente d’accordo con i capi della Chiesa - a dir loro che cosa pensare e
che cosa fare.
È questo il seme velenoso del cattolicesimo.
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