lunedì 8 ottobre 2018

La dittatura religiosa


A Verona il consigliere comunale della Lega, che definisce l’aborto un “delitto abominevole” e che cita il modello della Russia di Putin, e la consigliera del Pd ultracattolica hanno votato insieme approvando una mozione anti-aborto. Il che dimostra che la fede religiosa precede la fede politica. Ecco perché i cattolici vogliono ad ogni costo mantenere l’insegnamento della loro religione nelle scuole. Si tratta di un condizionamento che dura a lungo, talvolta tutta la vita.
Ora, ognuno ha il diritto di pensarla come vuole sull’aborto (posizione laica). Ma tra una posizione laica e una religiosa c’è un abisso. La legge sull’aborto non costringe nessuno ad abortire, dunque è una legge civile e liberale. La fede religiosa, invece, non vuole lasciare scelta, vuole costringere tutti ad un unico atteggiamento, dunque è autoritaria e illiberale.
Quando l’autoritarismo religioso si sposa con l’autoritarismo politico, è la fine della democrazia e della libertà: non c’è più possibilità di scelta. Tutto viene imposto in base ad un pensiero unico che è quello della Chiesa. E si ritorna al Medioevo.

Guardiamoci da questa commistione fra religione e politica che porta sempre a una dittatura. Probabilmente molti italiani, allevati nella cultura cattolica, vogliono tornare al Medioevo (o semplicemente al ventennio fascista), perché non vogliono né pensare con la loro testa né assumersi delle responsabilità. Aspettano che sia qualche autorità – politica ma certamente d’accordo con i capi della Chiesa - a dir loro che cosa pensare e che cosa fare.
È questo il seme velenoso del cattolicesimo.

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