martedì 16 ottobre 2018

Il dominio clericale


Le associazioni pro-life protestano perché vorrebbero il diritto di replica incerte trasmissioni televisive dove si è difeso il diritto all'eutanasia. Si sentono prevaricate, poverette. Ma la prevaricazione è già avvenuta nei fatti, con le leggi che vietano ai cittadini di scegliersi il fine-vita. Poco tempo fa tre ministri cattolici hanno ribadito che le scritture private per i testamenti biologici sono carta straccia e tutti i giorni il movimento pro-life ed esponenti governativi attaccano la legge sull’aborto.
In sostanza, i cittadini sono costretti a ubbidire alle leggi dei cattolici, le quali non lasciano mai diritto di scelta. Mentre i cattolici richiedono il diritto all'obiezione di coscienza, gli altri cittadini devono subire l’imposizione delle leggi clericali. Questa è una delle principali vergogne del nostro paese. Se esiste prevaricazione, è sempre da parte dei clericali. Mentre infatti le leggi dello Stato laico lasciano il diritto di scelta al cattolico (per esempio di dire di no al divorzio e all'aborto), le leggi di origine clericale non lasciano nessuna scelta al laico non credente.
       Inoltre, se adottassimo un simile criterio bipartisan a tutte le trasmissioni televisive, quante altre trasmissioni di riparazione dovrebbe fare la televisione per compensare gli innumerevoli programmi su santi, madonne, papi, miracoli e compagnia bella, molte della quali chiaramente faziose e antistoriche? E perché ci sono trasmissioni gestite direttamente dalle religioni e nessuna gestita da laici non credenti o da atei?

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