Un uomo d’oggi, quando scopre o riscopre
la religione, si mette a studiare la tradizione e tutto ciò che è stato detto
in passato, e si adegua a determinate regole che trova già prescritte. In
sostanza, crede che, ripetendo i comportamenti del passato e aderendo a certe
credenze, potrà recuperare un po’ di spiritualità. Però, siccome lo spirito è
come il vento e soffia dove vuole e come vuole, così facendo diventerà un
fedele, un seguace, un imitatore, ma non troverà più niente di autentico e di
nuovo.
Ora, noi non abbiamo bisogno di
conformisti (ne abbiamo già troppi). Ma di persone che sappiamo trovare qualcosa
di nuovo, che sappiano pensare con la propria testa. Rifugiarsi nella
tradizione è spesso una fuga.
Se ognuno riscoprisse la propria spiritualità, già questa sarebbe
una rivoluzione. Ma, per farlo, occorre sviluppare la consapevolezza contemplativa.
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