lunedì 18 settembre 2017

La ragione del più forte

Il problema è che nessuno di noi riesce a guardare le cose oggettivamente. Giudichiamo tutto in base ai nostri interessi, sia individualmente sia collettivamente. Ci sembra che una cosa sia bella, giusta o etica solo secondo il nostro punto di vista, solo se ci piace o ci è utile. Ci manca il distacco per vedere le cose a prescindere dalla nostra prospettiva personale.
Quando perciò la mia visione si scontra con la visione di un altro, sorgono il conflitto o la competizione. Vogliamo aver ragione. Ma spesso la ragione prevalente è quella del più forte, non del più saggio. Anche nel campo dei semplici significati.
Ora, la meditazione è un tentativo di guardare le cose obiettivamente, di mollare la presa del giudizio individuale. Cerchiamo di uscire dal mondo del soggettivo. In tal senso, è una de-soggettivazione.
Rimango lì fermo con il corpo e, soprattutto, con la mente giudicante, con la mente che vuole attribuire valori soggettivi. Mollo la presa sui pensieri egocentrici.
Questo non significa che si possa o si debba non pensare o trovare un valore oggettivo, ma ci rendiamo conto che valutiamo tutto con metri di giudizio personali e che possiamo vedere le cose in una prospettiva più ampia. Sappiamo di essere soggettivi e ci ritiriamo per un po’ dalla stolta competizione tra esseri umani su chi ha ragione.

Chi medita ha questo senso della relatività dei giudizi e dei valori ed è certo meno aggressivo degli individui dominati da una cieca soggettività.

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