domenica 10 settembre 2017

Superare l'inevitabilità del male

Entrare in questo mondo significa vivere in una dimensione di dualismi, di antagonismi, di discriminazioni, di contrapposizioni e quindi di lotte e di errori. Ogni ente è contrapposto agli altri e noi dobbiamo continuamente compiere scelte, sbagli e danni di ogni genere. Non possiamo farne a meno, non possiamo evitarli. Impariamo solo compiendo errori.
Finché non assaggiamo un frutto, non possiamo sapere se è buono o cattivo, se ci fa bene o ci fa male.
Non possiamo evitare di fare del male e di ricevere del male, se non altro perché dobbiamo mangiare (uccidendo animali e vegetali), riprodurci e muoverci. Dobbiamo proteggere noi stessi, dobbiamo costruire qualcosa, dobbiamo immedesimarci in un ego. E dall’ego vengono la discriminazione, la separazione, l’avidità, la rabbia, l’odio-amore.
Anche quando cerchiamo di far qualcosa di buono, non possiamo non creare danni a qualcuno. Dobbiamo essere attaccati a noi stessi, dobbiamo fare i nostri interessi, non possiamo fare a meno di desiderare, di scegliere e di respingere, di avere motivazioni egocentriche.
Anche quando lavoriamo per il benessere, per la famiglia, per i figli, per la comunità e per il progresso, non possiamo non fare del male, se non altro perché consumiamo le risorse naturali e contribuiamo alla distruzione e alla sovrappopolazione del mondo.
Anche quando ci dedichiamo a una religione che predica amore, compassione e carità, facciamo del male, se non altro perché discriminiamo e contrapponiamo. La verità umana è una spada che taglia. Diceva bene Gesù: non sono venuto a portare la pace, ma una spada.
Anche quando combattiamo contro la corruzione e la criminalità, facciamo del male, se non altro perché creiamo organi repressivi, pene, carceri, condanne e lotte senza fine.
C’è un unico modo di uscire da questo meccanismo. Sederci e meditare, escludendo il più possibile pensieri, sentimenti e discriminazioni. Quando sediamo in meditazione non creiamo discriminazioni, non dividiamo, non abbiamo secondi fini, usciamo dal ristretto cerchio dell’ego.

Non abbiamo neppure una motivazione individuale, dato che ci uniamo a tutte le cose. Ci limitiamo ad essere attenti, ad essere presenti, nel silenzio dei pensieri e della volontà egocentrica. Ci poniamo nel punto prima di ogni separazione,prima dell’amore-odio, prima della scelta.

Nessun commento:

Posta un commento