C’è
ancora gente che crede che il bene possa essere sempre distinto dal male, che i
buoni stiano da una parte e i cattivi dall’altra. Ma noi sappiamo che,
trattandosi di contrari, i due estremi devono toccarsi in vari punti. Spesso
chi fa il bene, fa in realtà il male, e viceversa.
Questo
succede in particolare in campo religioso, dove chi condivide una fede, crede
che, applicando i dettami di quella religione, non si possa sbagliare. Ma non è
così. La strada dell’inferno è lastricata non solo di buone intenzioni ma anche
di (presunte) buone azioni.
Ancora
una volta, la nostra logica duale con tendenza a contrapporre si rivela
fallace. Non solo il bene è pronto a trasformarsi in male, ma ne è per così
dire l’elemento costituente. A questo proposito, diceva il fisico americano
Steven Weinberg, premio nobel nel 1979: “La religione è un insulto alla dignità
umana. Senza di essa ci sarebbe gente buona che fa del bene e gente cattiva che
fa del male. Però, perché la gente buona faccia del male, ci vuole… la
religione”.
Oggi
lo constatiamo nei fanatici islamici. Ma noi lo scopriamo in tante decisioni e prese
di posizione delle religioni che giudicano e si fanno guidare da dogmi. Nella
loro mani, il bene si trasforma spesso in male.
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