La più forte negazione dell’esistenza di
un aldilà spirituale ed energetico, di un’altra dimensione, è certamente l’attaccamento
alla vita. Se ci credessimo veramente, perché tutto questo accanimento a vivere
un’ora o un giorno in più? Lasceremmo tutti felici questo mondo.
Ma non è così. Nessuna è mai felice quando
si approssima la morte. Tutti sono tristi e piangono.
Il nostro credo più radicato, anche degli individui
religiosi, anche dei preti o dei Papi, è che “si vive una sola volta”.
Dobbiamo andare in Oriente, presso certi
yogin indiani o certi maestri tibetani o taoisti per trovare qualcuno che muore
con distacco, quasi con gioia. Il fatto è che loro hanno avuto un’esperienza spirituale sul fatto che la
vita continua.
Noi, per bene che vada, abbiamo solo nebulose
e incerte “fedi”. Non abbiamo infatti mai sviluppato l’esperienza delle realtà
spirituali.
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