Un lettore mi scrive: «Nella meditazione mi scopro
ormai abituato a “recitare” la parte del presunto osservatore distaccato di
fronte al flusso compulsivo dei pensieri che si affacciano nella mente. Un
giorno mi sono detto: non sarà forse che, questo giochetto della consapevolezza,
del testimone che guarda fluire i pensieri, cercando invano (!!) di non
identificarsi con essi – non sarà questo stesso, un nuovo raffinato giochetto
mentale? Un giochetto, un espediente egoico che la mente fa per accontentare se
stessa e darsi una bella medaglia?»
Non è una
recita, è un metodo - il metodo fondamentale dell’introspezione consapevole. Non
si possono fare passi avanti nella psicologia, nella spiritualità, nella vita
individuale e nel mondo senza questo di tipo di osservazione. Gli uomini hanno
smesso di essere scimmie quando sono diventati attenti al proprio mondo
interiore.
In fondo il
problema degli uomini è che molti non riescono ancora a farlo e agiscono in
preda ai soli istinti. I pensieri, le emozioni e i sentimenti fluiscono senza
posa. Appaiono, scorrono e scompaiono, come le onde del mare. E noi possiamo
osservarli, con distacco.
I risultati
sono una questione di tempo, anche se non sono mai quelli che ci aspettiamo. È
difficile valutarli sul momento, ma, a distanza di mesi o di anni, potrà
guardarsi indietro e capirà ciò che ha guadagnato.
Grazie!
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