Non
ci facciamo influenzare continuamente dai nostri stati d’animo, talvolta
personali talvolta generali. Se si crea una situazione di agitazione, in
famiglia, nella società o nel mondo, non ce ne facciamo coinvolgere. Ma lo
stesso se si crea una situazione d’euforia, individuale o collettiva. Non ce ne
facciamo condizionare.
Conserviamo
una visione unitaria delle cose. Osserviamo i moti sociali e quelli personali
come onde del mare che arrivano, s’ingrossano, s’infrangono e poi scompaiono.
Non
è facile. Ma è il fondamento della meditazione. Resistiamo alla tentazione di
farci coinvolgere. Non siamo né api né formiche: siamo in grado di giudicare da
soli. La realtà e i sentimenti sono due cose diverse. Non ci facciamo
condizionare dalle emozioni, manteniamo il distacco.
L’atteggiamento
di chi medita è l’equanimità, che serve a ritrovare l’equilibrio dopo ogni
sbandata. Qualunque cosa succeda, raccogliamoci in silenzio per ritrovare il
nostro centro.
Forse
la nostra meditazione sarà breve, forse ci sembrerà che sia una piccola cosa,
forse ci sembrerà fallita. Ma la continuità e la determinazione hanno un enorme
potere.
Senza
che ce ne rendiamo conto, la meditazione lavora dentro di noi e, un bel giorno,
ci troveremo cambiati, migliorati.
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