Papa Bergoglio è molto abile a fare a scaricabarile
e ad accusare il capitalismo, l’Europa e l’America per la spietata politica di
sfruttamento dei paesi del Terzo Mondo, africani, asiatici e sudamericani.
Tutto vero su tale sfruttamento (che ora ci si ritorce contro), ma Bergoglio si
dimentica che il cristianesimo è stato la spina dorsale dell’etica capitalistica.
Se non ci credete, provate a rileggere per esempio L’etica protestante e lo spirito del capitalismo di Max Weber.
Ma lo spirito del capitalismo non è legato
solo al protestantesimo. L’invito ad accumulare beni e meriti non materiali è
già presente nei Vangeli, dove Dio è paragonato ad un padrone, ad un amministratore
che chiede il rendiconto e addirittura ad un banchiere. La mentalità è sempre
quella ebraica, dove bisogna comunque accumulare qualcosa e poi investirlo bene
per avere buoni profitti nell’aldilà, presso il Dio banchiere.
Quindi non ha senso che la Chiesa si metta
al di fuori di questo sistema. Dobbiamo forse ricordare la sua lotta contro il
comunismo e la sua connivenza con i fascismi? E dobbiamo dimenticare che il
sistema bancario, con i suoi assegni, le sue cambiali e il calcolo dei profitti
e delle perdite nacque proprio in Italia con i banchieri fiorentini?
Inoltre non ha senso invitare ogni giorno
all’accoglienza di migranti quando il problema di fondo all’attuale crisi
umanitaria è la sovrappopolazione del Terzo Mondo, dove la Chiesa ha fatto i
roghi dei preservativi e ha condannato i metodi contraccettivi moderni?
Le colpe della Chiesa sono chiare, la
connivenza con il capitalismo è evidente, ed è troppo comodo accusare tutti
tranne se stessa. Almeno Woityla aveva ricordato le colpe della Chiesa nei
genocidi (in Africa, in America, in Australia e in Asia) avvenuti sempre
portando vessilli e valori cristiani.
Sembra che questo Papa, di provenienza
sudamericana, voglia distruggere l’Europa di cui non condivide i valori.
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