giovedì 7 settembre 2017

Meditare non è pregare

Nelle religioni teiste, la presunta comunicazione con Dio avviene per mezzo della preghiera. Da una parte c’è chi prega e dall’altra ci dovrebbe essere un Essere che viene pregato. Se rinunciamo alle parole e alle richieste, se si sta semplicemente in silenzio “davanti a Dio” (Salmi 37, 7), potremmo pensare che sia una forma di meditazione. Ma non è così.
La meditazione non è una forma di preghiera, perché non c’è nessuno che deve essere pregato e, a ben vedere, non c’è nessuno che prega – sia il soggetto sia l’oggetto sono illusioni, proiezioni o allucinazioni.
Ciò che si fa in meditazione è attivare le proprie energie senza l’uso di parole e possibilmente senza l’uso di pensieri.
Restiamo in silenzio, “in comunicazione” con la nostra più profonda energia.
Siamo noi stessi l’infinito in una forma finita e provvisoria. Il nostro non è un atteggiamento da supplici, ma di chi padrone di sé… anche se tutto ci crolla intorno e dentro.

Siamo in una posizione eroica, veramente divina.

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