Nelle religioni teiste, la presunta
comunicazione con Dio avviene per mezzo della preghiera. Da una parte c’è chi
prega e dall’altra ci dovrebbe essere un Essere che viene pregato. Se
rinunciamo alle parole e alle richieste, se si sta semplicemente in silenzio “davanti
a Dio” (Salmi 37, 7), potremmo pensare che sia una forma di meditazione. Ma non
è così.
La meditazione non è una forma di
preghiera, perché non c’è nessuno che deve essere pregato e, a ben vedere, non
c’è nessuno che prega – sia il soggetto sia l’oggetto sono illusioni, proiezioni
o allucinazioni.
Ciò che si fa in meditazione è attivare
le proprie energie senza l’uso di parole e possibilmente senza l’uso di
pensieri.
Restiamo in silenzio, “in comunicazione”
con la nostra più profonda energia.
Siamo noi stessi l’infinito in una
forma finita e provvisoria. Il nostro non è un atteggiamento da supplici, ma di
chi padrone di sé… anche se tutto ci crolla intorno e dentro.
Siamo in una posizione eroica,
veramente divina.
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