Entrare
in questo mondo significa vivere in una dimensione di dualismi, di antagonismi,
di discriminazioni, di contrapposizioni e quindi di lotte e di errori. Ogni
ente è contrapposto agli altri e noi dobbiamo continuamente compiere scelte,
sbagli e danni di ogni genere. Non possiamo farne a meno, non possiamo
evitarli. Impariamo solo compiendo errori.
Finché
non assaggiamo un frutto, non possiamo sapere se è buono o cattivo, se ci fa
bene o ci fa male.
Non
possiamo evitare di fare del male e di ricevere del male, se non altro perché
dobbiamo mangiare (uccidendo animali e vegetali), riprodurci e muoverci. Dobbiamo
proteggere noi stessi, dobbiamo costruire qualcosa, dobbiamo immedesimarci in un
ego. E dall’ego vengono la discriminazione, la separazione, l’avidità, la
rabbia, l’odio-amore.
Anche
quando cerchiamo di far qualcosa di buono, non possiamo non creare danni a
qualcuno. Dobbiamo essere attaccati a noi stessi, dobbiamo fare i nostri
interessi, non possiamo fare a meno di desiderare, di scegliere e di respingere,
di avere motivazioni egocentriche.
Anche
quando lavoriamo per il benessere, per la famiglia, per i figli, per la
comunità e per il progresso, non possiamo non fare del male, se non altro
perché consumiamo le risorse naturali e contribuiamo alla distruzione e alla
sovrappopolazione del mondo.
Anche
quando ci dedichiamo a una religione che predica amore, compassione e carità,
facciamo del male, se non altro perché discriminiamo e contrapponiamo. La
verità umana è una spada che taglia. Diceva
bene Gesù: non sono venuto a portare la pace, ma una spada.
Anche
quando combattiamo contro la corruzione e la criminalità, facciamo del male, se
non altro perché creiamo organi repressivi, pene, carceri, condanne e lotte
senza fine.
C’è
un unico modo di uscire da questo meccanismo. Sederci e meditare, escludendo il
più possibile pensieri, sentimenti e discriminazioni. Quando sediamo in
meditazione non creiamo discriminazioni, non dividiamo, non abbiamo secondi
fini, usciamo dal ristretto cerchio dell’ego.
Non
abbiamo neppure una motivazione individuale, dato che ci uniamo a tutte le
cose. Ci limitiamo ad essere attenti, ad essere presenti, nel silenzio dei
pensieri e della volontà egocentrica. Ci poniamo nel punto prima di ogni
separazione,prima dell’amore-odio, prima della scelta.