“Io sono diventato laico anche perché ho scelto
di non liberarmi delle mie responsabilità individuali” ha scritto l’oncologo
Umberto Veronesi nel suo libro autobiografico L’ombra e la luce. La mia lotta contro il male (Einaudi 2008).
In effetti, molti credenti si rifugiano nella
presunta volontà divina (sotto cui si nasconde una chiara volontà della Chiesa)
per non pensare e per non decidere personalmente.
La responsabilità non può che essere individuale.
È comodo non pensare con la propria testa e
affidarsi alle direttive di un gruppo di uomini di potere. Ma così si rinuncia
ad essere se stessi e a scoprire personalmente che cosa sia giusto e che cosa
sia sbagliato.
Si rinuncia alla parte più autentica di se
stessi. Si rimane eterni bambini.
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