Noi sappiamo che la vita non ha un
senso razionale. Ma dobbiamo attribuirle un senso (convenzionale) per dare
comunque un ordine al mondo. Se non facessimo così, ci sarebbe non un cosmos più o meno ordinato, ma un caos.
Quando compiamo il percorso inverso,
vediamo che il nostro senso è
comunque arbitrario. Procedendo verso il fondo o l’origine, ci avviciniamo al
non-senso, alla non-razionalità, alla coincidenza degli opposti o al vuoto del
tutto. In questa ricerca, dunque, è necessario non cadere nel nichilismo o
nella follia.
Siamo tra due estremi: tra il senso
posticcio e semplicistico e il nichilismo del non-senso.
La difficoltà dell’operazione è
avvicinarsi al caos originario mantenendo la distanza. È come sorvolare un pianeta o una
stella senza farci attrarre dalla forza gravitazionale che ci farebbe
precipitare e schiantare. Dobbiamo osservare, senza caderci dentro. Dobbiamo
contemperare le due forze contrapposte.
È un gioco d’equilibrio, non facile.
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