mercoledì 9 novembre 2016

Investigatori del profondo

Noi sappiamo che la vita non ha un senso razionale. Ma dobbiamo attribuirle un senso (convenzionale) per dare comunque un ordine al mondo. Se non facessimo così, ci sarebbe non un cosmos più o meno ordinato, ma un caos.
Quando compiamo il percorso inverso, vediamo che il nostro senso è comunque arbitrario. Procedendo verso il fondo o l’origine, ci avviciniamo al non-senso, alla non-razionalità, alla coincidenza degli opposti o al vuoto del tutto. In questa ricerca, dunque, è necessario non cadere nel nichilismo o nella follia.
Siamo tra due estremi: tra il senso posticcio e semplicistico e il nichilismo del non-senso.
La difficoltà dell’operazione è avvicinarsi al caos originario mantenendo la distanza. È come sorvolare un pianeta o una stella senza farci attrarre dalla forza gravitazionale che ci farebbe precipitare e schiantare. Dobbiamo osservare, senza caderci dentro. Dobbiamo contemperare le due forze contrapposte.

È un gioco d’equilibrio, non facile.

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