Bodhicitta (la “mente del risveglio”)
è un termine sanscrito che indica sia la funzione sia lo stato. Infatti, da un
lato, è quella parte del nostro essere che cerca di risvegliarci dal sonno di
una vita in autentica e, dall’altro lato, costituisce già un primo risveglio.
Quando troviamo la mente del
risveglio, in realtà troviamo uno stato di chiarezza, di vitalità, di gioia e
di meraviglia.
Non si tratta di un’opinione o di un’astrazione,
ma di un’esperienza concreta. Benché non possa essere uno stato duraturo e
permanente, può durare a lungo e può essere ripetuto.
È come svegliarsi un mattino e scoprire,
dopo giorni di pioggia e di grigiore, che le nuvole se ne sono andate e splende
un bel sole. I colori e le forme sono più vivide, l’aria è pulita, gli uccelli
cantano, le piante sono rigogliose, la gente è ben disposta e noi proviamo un
senso di leggerezza e di sollievo.
Quando troviamo uno stato del genere,
cerchiamo di mantenerlo a lungo, di covarlo, di trattenerlo. Non solo inonderà
l’animo di gioia, ma ci farà anche capire che questa è la strada che ci porta al
risveglio.
La meditazione più proficua è cercare
di prolungare questo stato d’animo anche quando ritornano le nuvole ed estenderlo
il più possibile alle persone intorno, pensando a quanto siano sfortunate a
vivere nell’oscurità e nel disagio.
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