In meditazione, le emozioni come i pensieri
sembrano essere ostacoli, perché ci travolgono, perché trascinano la nostra
attenzione come fiumi in piena.
Ma noi abbiamo un metodo semplice per fermarle:
rendercene conto, esserne consapevoli.
La presa di coscienza ci riporta dall’essere agiti all’essere i testimoni o
gli osservatori di questo meccanismo di asservimento.
Etichettiamo dunque gli stati d’animo
disturbanti, magari dicendo: “Questo è un pensiero… questo è un ricordo…
questa è una fantasia… questo è un desiderio… questa è rabbia… questo è odio,
ecc.
Etichettando ci stacchiamo. E, staccandoci,
possiamo utilizzare a nostro vantaggiose energie suscitate da questi stati d’animo.
Si può imparare molto da una simile
osservazione, dal contenimento delle fiammate emotive.
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