lunedì 28 novembre 2016

Affrontare le avversità

Ci sono due modi per considerare le avversità che prima o poi tutti incontriamo. Il primo - quello abituale - consiste nel vederle come ostacoli, incidenti, danni, perdite irrecuperabili o maledizioni incomprensibili.
Il secondo – rivoluzionario – consiste nel vederle come opportunità sulla via, modi per trasformarsi e migliorare. In fondo, non si può diventare un buon pugile se non si lotta contro un avversario. Se non avessimo questo avversario che ci riempie di botte, non potremmo mai migliorare.
Non si tratta di sciocco ottimismo, perché si può anche soccombere, ma di un modo per trasformare la sofferenza in un propellente virtuoso, in una forza di progresso.
Certo, sarebbe meglio imparare senza prender botte. Ma il mondo è fatto così. Tanto vale farsene una ragione.
L’atteggiamento giusto dovrebbe essere il seguente: “Ecco il problema! Ecco l’ostacolo! Ecco l’avversità!...Proviamo ad utilizzarla per crescere.

Lo so, non è facile. Ma sarebbe più utile mettersi a inveire contro la sorte e auto commiserarsi?

Nessun commento:

Posta un commento