C’è sempre una differenza tra ciò che
pensiamo di essere e ciò che appariamo agli altri – talvolta si tratta di
visioni antitetiche. Ma c’è anche una differenza tra ciò che pensiamo o
sentiamo di essere e ciò che siamo.
Chi è in grado, però, di sapere chi
siamo?
Nessuno sa chi siamo – neppure noi
stessi.
Noi confondiamo certi nostri
atteggiamenti ripetitivi con il nostro sé. Ma si tratta ancora di alcuni
spiragli di un nucleo che continua a sfuggirci.
Dov’è il nucleo solido e immutabile
del sé?
Ogni volta che lo cerchiamo, troviamo
solo alcune ricorrenze, ma non qualcosa di solido e immutabile.
Questa è una scoperta che chiunque
può fare. Più che un’essenza, c’è un’assenza. Non troviamo un’essenza concreta
e permanente. Non troviamo un io che esista in sé e per sé.
Troviamo uno spazio vuoto e alcuni
atteggiamenti ripetitivi. Nient’altro. “Quello sei tu!”
Conclusione non sorprendente dato che
anche la scienza ci dice che al fondo delle cose non si trova nessuna materia
solida, ma solo forze ed energie. I fenomeni non esistono in sé e per sé;
esistono in rapporto ad altri fenomeni. E tutti interagiscono e cambiano di
continuo.
Dobbiamo passare per la scoperta della
scarsa consistenza e dell’impermanenza del sé se vogliamo liberarci delle
convinzioni erronee e dell’ignoranza – un’ignoranza che porta non solo a
visioni distorte e ad errori di valutazione, ma anche a sofferenze di ogni tipo.
La sofferenza nasce dall’ignoranza e
può essere rimossa solo se si adotta la giusta prospettiva.
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