Convincersi che il mondo sia una
specie di spettacolo teatrale o di film serve ad impostare l’atteggiamento
giusto per affrontare la vita.
Troppo spesso, infatti siamo convinti
che l’esistenza sia una questione terribilmente seria, addirittura tragica, in
cui ci giochiamo l’anima, l’eternità o la prossima vita. A questa idea ci
spingono le religioni che inscenano la vita come un dramma.
Secondo il cristianesimo, per
esempio, prima ci sarebbe stata la cacciata dell’uomo dal paradiso terrestre e
poi lo stesso Dio avrebbe inscenato una specie di dramma sanguinario in cui il
suo inviato sarebbe finito, dopo molte sofferenze, crocifisso.
Una storia tragica, un sacrificio,
che avrebbe dovuto riconciliare Dio con gli uomini, ma che non ha risolto, come
si può vedere, nessun problema.
Un po’ più di leggerezza non
guasterebbe, tenendo conto che il mondo è un gioco di luci e di ombre, senza
una vera sostanza. Ogni persona viene al mondo, fa un po’ di strepito, recita
la sua parte e poi di colpo se ne va, subito sostituito da altri attori che
faranno più o meno le stesse cose.
A guardare lassù, lo spettacolo dev’essere
noioso.
Costruire per distruggere sembra l’opera
di un bambino che edifica castelli di sabbia in riva al mare o di qualche
commediografo che si diverte a far recitare per un po’ personaggi irreali ed
evanescenti.
Non è quindi il caso di prendere
troppo sul serio questo spettacolo, questo continuo avvicendarsi di nascite e
di morti, questa continua presentazione di figurine che appaiono e scompaiono,
questa continua sfilata di immagini e di suoni in rapido movimento.
Se consideriamo la vita in questo
modo, ci sentiamo più leggeri e sollevati, più rilassati. Per quanto le cose siano
serie, sono pur sempre apparenze illusorie.
Un sorriso ci libererà.
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