giovedì 13 ottobre 2016

Il cambiamento e l'eterno

Quando pensiamo che nessuna cosa esiste in sé, ma che ogni cosa dipende dalle altre  e che quindi non ha un nucleo né solido né immutabile, potremmo provare un moto di ripulsa.
Ma non riflettiamo mai abbastanza sul fatto che, se le cose esistessero intrinsecamente, se avessero un nucleo immobile, niente potrebbe evolversi e cambiare.
Il divenire è possibile proprio perche tutti i fenomeni non esistono in sé, ma sono interdipendenti.
Se esistessero essenze fisse e durature, tutto sarebbe immobile, perché immodificabile.
Il creatore dev’essersi posto un bel dilemma. È meglio la rigidità cadaverica dell’eternità o una mutevolezza contrassegnata da nascita, crescita e morte?
Sappiamo che cosa ha scelto.
Ma noi l’abbiamo capito? Siamo pronti ad essere flessibili e, alla fine, a morire? Apprezziamo abbastanza l’impermanenza del tutto?
Non credo. Noi vorremmo un cambiamento eterno, vale a dire una contraddizione in termini.

Diceva Goethe: “La vita è l’invenzione più bella della natura e la morte è il suo artificio per avere molta vita”.

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