In meditazione non dobbiamo tanto
interrompere i pensieri quanto diradarli e rallentarli, in modo da poterli
osservare. E, a questo scopo, si può utilizzare la respirazione.
Esiste sempre un rapporto fra
pensieri e tipo di respirazione. In linea di massima, quando i pensieri sono
ansiogeni, stressanti o deprimenti, il respiro diventa contratto, corto,
superficiale e affrettato. Quando invece sono calmi, anche il respiro si
distende e diventa più lento e profondo.
In altri termini, ogni tensione dei
pensieri e delle emozioni si traduce in una contrazione di certi muscoli della
gabbia toracica, con il risultato che ci si sente soffocare o si sente un peso
sul cuore.
Ma se ogni pensiero negativo produce
un’emozione negativa e ogni emozione negativa produce un pensiero negativo,
esiste per fortuna anche il meccanismo opposto: ogni pensiero positivo produce
un’emozione positiva e ogni emozione positiva produce un pensiero positivo.
Stando così le cose e conoscendo il
rapporto tra respirazione e pensieri e stati d’animo, è evidente che possiamo
utilizzare proprio la respirazione – calma, lieve, lenta e profonda – per produrre
stati di benessere.
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