lunedì 3 ottobre 2016

Lo spazio interiore

Tutti dobbiamo vivere all’interno di società cui dobbiamo adattarci. L’educazione, la cultura, la religione, la scuola, la famiglia, ecc. tutto ci porta a condizionamenti e a compromessi di cui spesso non ci rendiamo neppure conto. Così siamo costretti a fare cose che non vorremmo fare e a ripetere idee e comportamenti che non sono nostri, ma che ci sono stati imposti.
Guai dunque a fermarsi a questo livello. Siamo semplici replicanti o robot eterodiretti.
Nella nostra intimità, nella nostra solitudine, dobbiamo ritrovare la nostra voce, la nostra autenticità. Questo è lo scopo della meditazione, che ci permette di toglierci tutti i vestiti e di rimanere nudi.
Non tutti riescono a compiere questa operazione, tanto sono condizionati, tanto sono inconsapevoli. E continuano tutta la vita a portare abiti sociali. Non riescono a togliersi la maschera. Anzi, ne hanno paura.
È vero che siamo esseri interdipendenti, mattoncini di un’immensa costruzione. Ma ogni mattone ha una propria individualità.
Questa dobbiamo trovare. Non un nucleo solido, non un’essenza immutabile.

Piuttosto, dobbiamo trovare uno spazio libero in cui essere noi stessi e basta.

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