Tutti dobbiamo vivere all’interno di
società cui dobbiamo adattarci. L’educazione, la cultura, la religione, la
scuola, la famiglia, ecc. tutto ci porta a condizionamenti e a compromessi di
cui spesso non ci rendiamo neppure conto. Così siamo costretti a fare cose che
non vorremmo fare e a ripetere idee e comportamenti che non sono nostri, ma che
ci sono stati imposti.
Guai dunque a fermarsi a questo
livello. Siamo semplici replicanti o robot eterodiretti.
Nella nostra intimità, nella nostra
solitudine, dobbiamo ritrovare la nostra voce, la nostra autenticità. Questo è
lo scopo della meditazione, che ci permette di toglierci tutti i vestiti e di
rimanere nudi.
Non tutti riescono a compiere questa
operazione, tanto sono condizionati, tanto sono inconsapevoli. E continuano
tutta la vita a portare abiti sociali. Non riescono a togliersi la maschera.
Anzi, ne hanno paura.
È vero che siamo esseri
interdipendenti, mattoncini di un’immensa costruzione. Ma ogni mattone ha una
propria individualità.
Questa dobbiamo trovare. Non un
nucleo solido, non un’essenza immutabile.
Piuttosto, dobbiamo trovare uno
spazio libero in cui essere noi stessi e basta.
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