Gli individui che si definiscono
religiosi hanno un’irresistibile tendenza a stabile un collegamento fra Dio e i
loro edifici di culto: chiese, templi, sinagoghe, ecc. In Italia ci sono più
chiese che case; perlomeno, ogni paese, ogni cittadina, ha la sua chiesa. Quello sembra essere un luogo sacro, là
dove si può comunicare con Dio.
Ahimè, è una delle tante illusioni. L’unico
luogo sacro è lo spirito umano, non gli edifici che gli uomini hanno costruito
illudendosi di imprigionarvi il divino e abbellendoli con tante opere d’arte.
Sono gli stessi testi ritenuti sacri
che ci tolgono ogni illusione. Prendiamo per esempio il Vangelo di Luca:
“Mentre alcuni parlavano del tempio e
delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: ‘Verranno
giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che
non venga distrutta’”.
Proprio così: “Dio non dimora in
templi costruiti dalle mani dell’uomo” At 17, 24.
L’unico modo per salvare il divino
sarebbe salvare l’uomo. Ma l’uomo privo di illusioni.
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