Non si tratta solo di avere uno
spazio esterno, per esempio una casa o una camera in cui abitare liberi,
lontani dagli occhi e dalle interferenze altrui, ma anche di avere un proprio
spazio interiore, qualcosa in cui poter essere se stessi, senza obblighi
sociali. Perché, purtroppo, gli esseri umani si portano i condizionamenti
sociali anche dentro di loro.
Crearsi un proprio spazio è una delle
funzioni della meditazione. Là io sono me stesso e nessun altro ci può entrare.
È una
specie di camera interiore in cui rifugiarsi e rafforzarsi, prima di ritornare
nell’agone sociale che ci vuole fagocitare e ridurre ad automi.
Nessun commento:
Posta un commento