La meditazione di calma serve a
stabilizzare la mente, che diventa sempre più chiara. Se ci si prende come
oggetto il respiro o comunque la semplice presenza mentale, si raggiungerà uno
stato di quiete in breve tempo. A tale scopo, possiamo approfondire o accentuare
la respirazione fisica. A poco a poco, ci renderemo conto che il respiro non
è qualcosa di separato da noi, ma è una parte di noi – è noi.
Il respiro è noi e noi siamo il
respiro. La distanza tra soggetto (il meditante) e oggetto (il respiro) si
accorcia.
A questo punto si può compiere il
secondo passo. Analizzare, studiare, percepire, essere consapevoli che soggetto
e oggetto sono prodotti della mente. È la mente che crea il soggetto e
l’oggetto, ma i due non sono affatto separati. Il soggetto che medita e
l’oggetto-respiro sono la stessa cosa.
Lo scopo di questa meditazione è
fondere il soggetto meditante con l’oggetto meditato, cancellando la
concettualità che tende a dividerli, a vederli come fenomeni separati.
Superando la concettualità, si
accorcia la distanza tra i due scoprendo che la divisione/distinzione fra chi
conosce e ciò che è conosciuto è proprio un prodotto della mente, che può
conoscere solo distinguendo e contrapponendo.
Con questa meditazione compiamo il
cammino inverso e possiamo farlo in qualunque momento della giornata.
In seguito, applicando lo stesso
metodo, alternando cioè sintesi e analisi, possiamo giungere a vedere anche gli
altri oggetti del mondo non come enti separati da noi, ma come un insieme che
la mente spezzetta. In particolare i singoli enti ci appaiono come l’esito di
un processo mentale di separazione. A poco a poco, dunque, la nostra visione si
fa sempre più chiara e ritroviamo l’unità del tutto.
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