Qualcuno sostiene che siamo ologrammi
creati da un potente computer, personaggi di un videogame.
Non è una novità. I saggi antichi ci
dicevano che siamo involucri vuoti, sogni, immagini, fantasmi, automi, attori e
così via. Il Buddhismo parlava addirittura di non-sé.
Ma il problema è come fare a uscire
da questo stato di inconsistenza e di evanescenza.
Dobbiamo rendercene conto. Infatti,
finché pensiamo di essere reali, non ne usciamo. E rafforziamo l’illusione.
Solo la presa di coscienza del nostro
stato, ci permetterà di fare il primo passo.
Dobbiamo passare da essere individui
eterodiretti e condizionati ad essere individui
che creano se stessi.
La strada è rafforzare sempre di più la
nostra consapevolezza.
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