La mente ha un ruolo: pensare – e lo
svolge continuamente. Non è dunque facile fermare i pensieri e fare il vuoto
meditativo, che è invece una grande risorsa.
Per fortuna, come tante attività di
questo mondo, anche l’attività mentale è discontinua. Se riusciamo a calmarci, magari
seguendo il respiro e stando immobili e in silenzio, gli stati mentali
rallentano e diventano osservabili.
Dalla frenesia, dalla tensione e dalla
confusione abituali, passiamo alla quiete. E noi possiamo notare ciò che emerge:
“Questo è un pensiero… questo è un ricordo… questa è rabbia, ecc.”
Però, osservare gli stati mentali non
deve trasformarsi in altri pensieri, ma in un semplice prestare attenzione, in un
essere consapevoli.
Spostiamo l’attenzione dai contenuti
mentali alle pause, ai vuoti, tra l’uno e l’altro. Facciamolo magari la
mattina, appena svegli, dopo una notte di sonno profondo, quando la mente non è
ancora a pieno regime.
In questi vuoti, ci troviamo immersi
in una grande pace.
Fermiamoci qui il più a lungo
possibile, tranquilli, vicini alla fonte degli stati mentali, ma non ancora
coinvolti in essi. Siamo come immersi in un vasto spazio aperto, senza ansie e
senza paure.
In quei momenti scopriamo che la vera
pace è innanzitutto pace mentale.
Questo tipo di meditazione ci rende
più riposati, più profondi, più intuitivi, più felici e più attenti agli
aspetti sottili di noi stessi e della vita.
Poi, purtroppo, ritorneranno le
inquietudini. Ma noi avremo imparato una grande lezione.
Nessun commento:
Posta un commento