Di religioni ne esistono tante e
nessuna può essere dimostrata vera. Anzi, se una fosse vera, tutte le altre
sarebbero false. E quindi milioni di credenti verrebbero ingannati.
Quando si parla di profeti, di esseri
divini, di anime, di libri sacri, di rivelazioni, di Chiese istituite da Dio,
di eternità, di immortalità, di paradisi e di inferni, ci si deve affidare alla
fede perché nessuna di queste affermazioni può essere provata.
Si tratta di speculazioni astratte
che possono anche essere interessanti, ma che ci fanno perdere tempo. La vita è
breve e alla fine tutti moriamo con i dubbi di partenza. Se aspettiamo di avere
certezze in questo campo, potremmo aspettare fino alla fine dei tempi. Le
uniche certezze sono quelle che ci vengono dall’esperienza.
Ora, nella nostra esperienza non ci
sono né angeli né dei, ma le nostre idee, le nostre sensazioni, le nostre
emozioni, le nostre percezioni, le nostre paure, le nostre ansie, i nostri
desideri, le nostre gioie e le nostre infelicità.
Sono questi gli stati d’animo su cui
possiamo lavorare e che segnano la differenza tra una vita spesa bene e una
vita sprecata, tra una vita felice e una vita infelice.
Anche il Buddha sostiene che è
inutile darsi alle speculazioni astratte e paragona la nostra condizione a
quella di un uomo che è stato colpito da una freccia.
Che cosa è meglio che faccia? Che si
tolga la freccia subito oppure che aspetti di farlo finché non saprà da dove e
da chi è stata scoccata, se esiste o non esiste un Dio, se esiste o non esista
un’anima?
La nostra situazione è precaria, la
freccia ci fa male e non c’è tempo da perdere. Noi viviamo sull’istante e sull’istante
dobbiamo agire. Se sto male adesso, mi serve a poco sapere se esistono o non
esistono Dio e l’anima. Devo intervenire qui e ora.
Nessun commento:
Posta un commento