venerdì 28 ottobre 2016

Il fantasma fondamentale

Ciò che crediamo di essere o ciò che vorremmo essere è qualcosa che non siamo e che non saremo mai. È un fantasma, un’illusione, un’allucinazione.
Questo fantasma – sogno o incubo che sia – è sempre il portato di un desiderio altrui (per esempio dei genitori che ci vorrebbero come piace a loro).
Questo fantasma, questo ideale, è qualcosa cui non arriveremo mai. Se un genitore o entrambi vogliono che siamo in un certo modo, dovremo confrontarci tutta la vita con questo modello. Siamo dunque prigionieri di un desiderio altrui.
In tal senso, il desiderio sarà sempre inappagabile, sarà sempre una delusione. E questo vale per qualsiasi immagine idealizzata di noi stessi.
Tutti siamo quindi fantasmi, alla ricerca di un oggetto che non siamo mai stati. Viviamo in un sogno, in un’allucinazione. Siamo soggetti assoggettati. Siamo fantasmi e abbiamo la mente piena di fantasmi.
È possibile uscirne?
In realtà, il fantasma fondamentale non è solo un prodotto altrui, ma anche nostro, se non altro perché lo accettiamo. Noi partecipiamo alla sua costruzione e al suo mantenimento. Inoltre, anche gli altri hanno il loro fantasma e sono attori di una scena immaginaria.
Questa constatazione è il primo passo per uscirne. Il secondo è porre fine al nostro consenso.
Ancora una volta è la presa di coscienza che ci porta fuori dal mondo dei condizionamenti.
Se siamo attori alla ricerca dell’autore, scopriamo che gli autori sono gli altri e noi stessi. E, a questo punto, dobbiamo ribellarci.

Con la ribellione forse non troveremo un soggetto che esista in sé e per sé. Ma almeno saremo autori di noi stessi.

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