Papa Francesco invita spesso gli
italiani alla solidarietà verso gli emigranti. Ma perché non fa lo stesso con
gli austriaci, i francesi, i polacchi, gli inglesi, gli ungheresi, ecc.? Perché
non va a predicare nei paesi che erigono muri?
La solidarietà è doverosa con chi
soffre. Però c’è un limite oltre il quale diventa suicidio.
Se ci troviamo su una barca piena che
rischia di affondare, dobbiamo dare ascolto alla ragione, che ci dice che siamo
sull’orlo del collasso, o al sentimento di compassione? Se poi la barca cola a
picco, moriranno sia quelli che ci stanno sopra sia i naufraghi che vorrebbero
salire ancora. Non è un bel risultato.
Ci vuole intelligenza e organizzazione
nella solidarietà. E non bisogna dare ascolto ai sentimentali e ai “buonisti”
che ci portano alla rovina.
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