Tutti siamo guidati dal principio del
piacere, che entro certi limiti è naturale e benefico. Ma, come tutte le cose
di questo mondo, è ambivalente.
Fino ad un certo livello è salutare,
però da quel punto in poi diventa negativo e controproducente. In effetti,
diventa un attaccamento che finisce per provocare il suo contrario.
È un po’ come l’osso del cane, che, una
volta spolpato, non sfama più nessuno. Oppure come una spada affilata sui cui è
cosparso del miele: per leccare il miele rischiamo di tagliarci la lingua.
Dobbiamo essere così saggi da capire che
il piacere è per sua natura effimero, dura poco e lascia ben presto il posto
all’insoddisfazione o al dolore.
Un piacere saggiamente gustato fa bene;
ma, se si tenta di replicarlo in continuazione o di prolungarlo nel tempo,
diventa distruttivo.
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