Una cosa è certa: se Dio fosse un Dio
del bene e del male, sarebbe un piccolissimo Dio: un Demiurgo, uno Stregone,
quasi a livello umano. Sarebbe il Dio che l’uomo potrebbe immaginare –
un Dio che si occuperebbe perfino dei nostri matrimoni, come un qualsiasi curato
di campagna. “Quante volte figliolo..?” A questo si ridurrebbe l’infinito,
l’eterno…
A differenza delle religioni del Vicino
Oriente (giudaismo, cristianesimo e poi islam) che hanno questa idea dozzinale di Dio, nel
Lontano Oriente avevano capito da migliaia di anni che non solo Dio non è
qualcosa di esterno a noi, ma che è anche al
di là del bene e del male.
Come dice la Maitry Upanishad, quando lo
spirito umano si eleva a livello del Brahman, della Matrice, allora, avendo superato il bene e il male,
realizza il Supremo.
E, se lo realizza l’uomo, figuriamoci
Dio.
Per giudicare del bene e del male, basta
il piccolo individuo con la sua mente dualistica. Infatti , è così che si crea
con le azioni il proprio destino in questo mondo della confusione e della
sofferenza. Per tirare avanti questo mondo, basta la legge di causa
ed effetto. Non scomodiamo Dio.
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