martedì 25 novembre 2014

Tecniche e spontaneità

Va benissimo seguire una qualunque tecnica di meditazione. Perché l’abitudine e l’allenamento a trovare uno stato di quiete, senza pensieri e preoccupazioni, aiutano a raggiungere l’obiettivo. Ma siamo ancora nelle attività della mente e della volontà. Noi pratichiamo la meditazione con il proposito di ottenere qualcosa – qualcosa che di solito immaginiamo come una condizione straordinaria, piena di gioia e di pace, magari con qualche effetto o potere speciali. E tutto questo può avvenire.
Però, la meditazione più profonda è sedere senza scopo, senza obiettivo. In tal senso è la spontaneità più completa.
Finché siamo noi che meditiamo, che “facciamo” meditazione, compiamo uno sforzo. Non abbiamo una vera mente vuota.
Verrà un giorno in cui ci siederemo senza secondi fini, senza neppure accorgerci di star meditando. E, quel giorno, la meditazione accadrà.

Del resto, in qualunque gioco o sport, si raggiunge l’eccellenza quando ci si dimentica della tecnica e si agisce spontaneamente.

2 commenti:

  1. Perfetto l 'esempio dello sport: lo si compie spontaneamente quasi in automatico però. .. ci si diverte! Che sia questo l'ago della bussola da seguire anche nelle pratiche meditative? Non solo non ci si deve forzare , ma si deve anche veder nascere gioia e passione giocosa?

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  2. Ovviamente, non si medita per soffrire, ma per combattere la sofferenza e trovare la gioia. Anzi, la gioia è il segno che si medita bene.

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