mercoledì 26 novembre 2014

La meditazione del testimone


Di solito siamo totalmente coinvolti in ciò che facciamo e non ci poniamo problemi sulla nostra identità
Poi, se abbiamo tempo, fortuna e capacità di riflessione, incominciamo a trasformarci: osserviamo noi stessi in rapporto agli altri, prendiamo le distanze da ciò che viviamo e incominciamo a vederci come attori di una sceneggiatura scritta da chissà chi. Ma noi chi siamo veramente?
Indagando più a fondo, diventiamo testimoni sempre più distaccati, veri e propri ricercatori spirituali. A poco a poco ci rendiamo conto che non siamo soltanto agenti-attori, coloro che “fanno” una data esperienza, ma anche testimoni di avvenimenti che sono messi in moto dal processo universale.
Nel diventare osservatori di questo processo, non siamo più semplici menti pensanti che paragonano, giudicano e si identificano con l’io che vive queste esperienze, ma siamo qualcosa che va oltre l’individuo, testimoni impersonali.
Se l’io si arrabbia, il testimone ne prende nota e fa svanire la rabbia. Se la mente è in preda a fantasie, il testimone ne prende nota e le fa svanire.
Il testimone sta sempre un passo indietro e non si fa coinvolgere.
Questo nuovo centro di consapevolezza comprende molte cose e, soprattutto, capisce di non appartenere più al mondo fenomenico e condizionato.

Siamo entrati nel campo dello spirito, che, dopo essersi individuato in un io, in un organismo psico-fisico, cerca ora di affrancarsene.

Nessun commento:

Posta un commento