Come disse Dogen (il maestro
zen), il buddhismo è conoscere il sé. Ma conoscere il sé è dimenticare il sé.
Dimenticare il sé, o l’io,
significa capire come tutte le cose siano collegate e cercare di guardare la
realtà non solo dal nostro punto di vista individuale, limitato, ma anche dal
punto di viste generale. Siamo qui in quanto particelle e funzioni del tutto.
Comprendere l’interrelazione
universale vuol dire ridimensionare le nostre vicende personali, sollevare gli
occhi e guardare il panorama dall’alto, come a volo d’uccello. Se non ci
consideriamo solo esseri separati, possiamo comprendere il senso di tanti
avvenimenti che prima non capivamo.
Dobbiamo smettere di essere
egocentrici, ossia di guardare le cose solo dal punto di vista dell’ego
individuale. E dobbiamo smettere di essere antropocentrici, ossia di guardare
le cose solo dal punto di vista umano.
Quando si dimentica il sé,
la mente egocentrica e ristretta (che agisce come una nuvola) si toglie tra noi
e il sole – e ci arriva più luce.
“Conosci te stesso”è la
norma prima di ogni saggezza, occidentale ed orientale. Ma poi devi
oltrepassare te stesso.
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