giovedì 13 novembre 2014

Il miracolo dell'io

Quando parliamo dell’io in termini negativi, sembra che vogliamo eliminarlo o combatterlo come un nemico. Ma non è questo l’atteggiamento giusto.
L’io è certamente fonte di egoismo, di parzialità, di illusione, di arroganza e di limitazione. Ma è una funzione indispensabile alla vita in questo mondo.
Si può far molto, comunque, per uscire dall’individualismo e dall’egocentrismo, ed assumere una posizione di più ampie vedute. Si tratta innanzitutto di essere consapevoli dei nostri peggiori difetti.
Si può vedere non il singolo fatterello isolato, ma l’insieme delle cose – avvicinandoci così ad una visione il più possibile imparziale ed ampia.
È vero che la Totalità si è dovuta limitare per diventare una molteplicità di io. Ma è anche vero che l’io è una fioritura, un prodigio, un’evoluzione della Totalità, non una degenerazione. La coscienza limitata dell’io è pur sempre una scintilla della coscienza universale.

L’io non va dunque combattuto o punito, così come facevano certi santi che lottavano sia contro le naturali esigenze del corpo sia contro le migliori espressioni dell’io. Il problema non è quello di conculcare la nostra piccola luce, ma di espanderla il più possibile nei suoi aspetti migliori... ossia nello sviluppo stesso della coscienza.

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