C’è una differenza
fondamentale tra il voler lasciar essere e il reale lasciar essere. Infatti,
finché è in atto uno sforzo della mente, non può darsi un vero lasciar essere.
Il problema della
meditazione sta tutto qui: passare da un’operazione mentale ad un’operazione
dell’essere stesso. Nel primo caso, è l’ego che vorrebbe rilassarsi, e quindi
resta teso per questa sua volontà; nel secondo caso, l’ego stesso viene
abbandonato.
Ma chi è allora l’agente?
È l’essere più profondo,
l’essere primo, quello che ha dato origine all’essere individuale.
Come lasciarlo emergere?
Interrompendo il più
possibile le operazioni mentali, come quando si è stanchi e ci si riposa, anche
dal pensiero.
La mente smette di lavorare
fino a raggiungere un minimo di attività. Poi deve intervenire la natura
stessa, come succede nel caso del processo di addormentamento.
A questo punto l’io smette
di lavorare e perde la presa.
Nel sonno e nella morte
succede così. Ma anche nella meditazione.
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