Chi medita finisce per
assumere un atteggiamento impersonale, in due sensi.
Primo, capisce che tutto è
connesso e che le azioni sono solo apparentemente individuali; e quindi guarda
il mondo con uno sguardo comprensivo.
Secondo, quando prova impulsi
ed emozioni non reagisce alla solita maniera. Pensa: “Questo corpo-mente,
questo organismo psicofisico prova la tal cosa. Ma io (il vero “io”) ne sono il
testimone”. Non pensa: “Io sono arrabbiato”. Ma pensa: “Questo individuo, che
ha un tal nome, è arrabbiato”.
Prende le distanze non solo
dagli eventi del mondo, ma anche da se stesso. Diventa il testimone di se
stesso. Si universalizza il più possibile.
Assume lo sguardo della
Coscienza cosmica.
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