È noto che il dogmatismo e il buon senso
non vanno d’accordo. Una ragazza, in America, ha scelto l’eutanasia dicendo: “Ho
scelto di morire con dignità”, ed ecco che il solito portavoce del Vaticano
apre bocca per sostenere che questa non è morte con dignità.
E quale sarebbe la morte con dignità?
Quella di agonizzare giorni e giorni in un letto di ospedale?
Il buon senso ci dice che, quando si è
colpiti da una malattia terminale, scegliere di morire finché si ha ancora un
barlume di coscienza, prima di cadere in un coma irreversibile, è una via ragionevole… per chi se la sente.
Per fortuna che il Papa aveva detto: “Chi
sono io per giudicare?”
Ma i preti non fanno altro che
giudicare. È da loro che nascono discriminazioni e condanne. Vivono per sputare sentenze. Si credono investiti da Dio per insegnare agli altri come si deve
vivere e morire. Sono pieni di presunzione.
Proprio oggi, in Pakistan, una folla di
musulmani ha ucciso una coppia di cristiani accusandoli di blasfemia. Anche
loro sono convinti di farlo in nome di Dio.
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