Quando il mondo ci appare assurdo,
ripetitivo, inutile e stupido, lo è perché adottiamo il punto di vista della
logica, per cui tutto deve essere razionale, ordinato, utile e sensato.
Ma il mondo, con i suoi contrasti
dualistici, con il suo apparire per sparire, con il suo vivere per morire, con il suo scontro insolubile tra
bene e male, tra luce e tenebre, non è sensato. È insensato – perché non
risponde alla nostra logica.
Le religioni cercano di dargli un senso,
con il loro Creatore e le loro creature, con i loro paradisi e i loro inferni,
con le loro ricompense e le loro punizioni.
Ma, nonostante questi ingenui tentativi, l’assurdo
fuoriesce da ogni poro: le cose non sono il prodotto di una Mente perfetta, ci
sono difetti di origine, ci sono situazioni paradossali (a che servono tutti
questi pianeti e queste stelle invivibili?), c’è tanta ingiustizia, c’è tanto
male ingiustificato, c’è tanta violenza, c’è tanta incertezza…
Tertulliano diceva: “Credo quia absurdum
est”(credo perché è assurdo), riconoscendo non solo che i dogmi cristiani sono
incredibili, ma anche che l’intero universo è un’assurdità.
Ma basta aver fede per far sparire l’assurdità?
No.
L’assurdo permane sempre perché è la
nostra mente che applica schemi logici insufficienti, gli unici che comunque
siano a nostra disposizione.
Ma come fare a non pensare in modo logico?
Anche le obiezioni che avanziamo sono fatte in nome della ragione, di cui
mettono in evidenza i limiti. Abbiamo una mente insufficiente, come fosse un
telescopio che più in là di tanto non può andare.
Ecco l’idea della meditazione, che non è
né una fede inconsulta né una riflessione filosofica. Ma una forma di
attenzione. E l’attenzione non segue nessun filo razionale, almeno finché non
tentiamo di spiegarla.
Questo è anche l’unico modo per
avvicinarci ad una trascendenza che non sia il solito deus ex machina. Una vera trascendenza, al di là della mente logico
dualistica.
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