Il dharmadhatu è la realtà originale,
quella immensa distesa di vuoto da cui nascono l’essere e il non essere, la
vita e la morte. Essendo anteriore ad ogni dualismo, non può ospitare la
coscienza.
Ora, ci sono momenti in cui entriamo in
contatto con questa realtà priva di dualismo e di coscienza: quando si scivola nel
sonno profondo senza sogni, quando si sviene, quando si perdono i sensi nel
processo del morire e nella meditazione profonda. In tutti questi stati, il
pensiero si ferma.
Si noti che nella meditazione, è proprio
la quiete che ci porta nel dharmadhatu. Infatti, la quiete e la calma hanno la
capacità di rallentare i nostri pensieri e la nostra instancabile attività
immaginativa e speculativa. Ecco perché la ricerca della quiete e della
distensione non è una semplice pratica di serenità, ma un vero e proprio
processo spirituale che ci porta vicino all’origine del tutto.
È la nostra coscienza divisiva che deve
placarsi.
Nessun commento:
Posta un commento