lunedì 7 agosto 2017

L'inutile buonismo

In tutte le religioni, anche le più violente, sembra che l’ideale sia quello dell’uomo buono, che si sacrifica per gli altri. Il santo cristiano e l’illuminato buddhista dovrebbero amare il mondo e aiutare tutti, magari a prezzo della propria vita. Ma tutta questa stucchevole bontà, che spesso è solo dimostrativa e di facciata, non solo non risolve alcun problema, ma nasconde sotto una facciata dolciastra una verità sgradevole.
Ciò che conta nella vita non sono la bontà, l’amore, la compassione, ma la forza. Sono gli uomini forti e intelligenti quelli che fanno la storia e risolvono i problemi. Madre Teresa di Calcutta, una monaca idealizzata dalla jet society, avrà “curato” qualche centinaio di bambini, ma un buon sistema sanitario o un inventore di vaccini ne cura milioni.
Spesso il buono si isola nel proprio privato non volendo vedere i problemi giganteschi cui si trova di fronte l’umanità. Don Lorenzo Milani avrà istruito una manciata di bambini, ma un buon sistema scolastico ne istruirà milioni.
Anche adesso il buonismo impazza nelle cronache. Gli umanitari si gettano ciecamente a salvare clandestini in mare, senza curarsi se questo creerà problemi giganteschi di sfruttamento e di accoglienza. Molto meglio una politica restrittiva che non illuda gli emigranti e non li porti a riversarsi sulle nostre coste sperando in una vita migliore. La loro vita sarà comunque schifosa.
La bontà è spesso stupida e va a braccetto con lo sfruttamento. I missionari religiosi che vanno in Africa o in Asia raccontano a se stessi di farlo per bontà. Ma loro stessi vogliono convertire i popoli alla loro religione e dunque contribuiscono allo sfruttamento coloniale di quei paesi.
La vita va avanti non con la bontà e nemmeno con la cattiveria, ma con la forza. Non serve a niente buttarsi a salvare dall’annegamento qualcuno se non si sa nuotare: moriranno sia il salvato sia il salvatore. Non serve a niente portare credenze illusorie in popoli che ne hanno altre; si creeranno confusione, speculazione e affarismo dei furbi colonizzatori.
Nell’evoluzione, che è una lotta durissima, non vincono i più buoni, anzi, spesso i più cattivi. Gli uomini sono giunti a dominare il pianeta terra non perché fossero i più generosi, ma perché erano i più spietati. E tuttora dominano i paesi che sono più attrezzati e bellicosi e gli individui che sfruttano meglio gli altri.
Non bisogna essere per partito preso né buoni né cattivi, ma intelligenti, preparati e lungimiranti. Dobbiamo fortificare noi stessi e non perdere di vista il rapporto fra interesse individuale e interesse generale.

Il buonismo è spesso un mezzo per tacitare la nostra coscienza. Ma è stupido.

Nessun commento:

Posta un commento