È noto che i figli di personaggi ricchi e
potenti non combinano quasi nulla nella vita: sono protetti e facilitati in
tutto, non devono fare grandi fatiche… perché darsi da fare? Restano per così
dire in uno stato di minorità, non devono utilizzare tutte le loro facoltà.
Lo stesso succede, a livello religioso,
agli uomini che si sentono protetti da una divinità. Si aspettano tutto
dall’alto e non mobilitano tutte le loro risorse.
A questo punto dell’evoluzione umana, la
fede in un Dio che vede e provvede è deleteria. Perché non c’è nessuno che ci
protegge, non c’è nessuna provvidenza divina. Se una meteora si dirigesse sulla
Terra, così come è già successo in passato, e provocasse una distruzione
apocalittica, nessun Dio interverrebbe a deviarla. E non basterebbe pregare.
Tutt’al più servirebbero i nostri missili e la nostra tecnologia.
Dovremmo prepararci già da adesso, non
solo all’eventuale meteora, ma ai cambiamenti climatici, alla sovrappopolazione
e alla distruzione delle risorse naturali. Però gli uomini non lo fanno.
Credono nella protezione divina, credono che un Dio interverrebbe a salvarli
all’ultimo momento.
Sono pochi gli uomini che hanno una
coscienza globale; i più ragionano nei termini della loro breve vita, della
loro nazione, del loro interesse immediato.
E la fede in Dio peggiora tutto: li rende
inerti. Certi gruppi religiosi non vogliono neppure utilizzare le pratiche
mediche più comuni, come la trasfusione. Si affidano alla preghiera e fanno morire
i loro figli.
Gli uomini hanno in sé potenzialità
enormi, ma non si sentono stimolati a svilupparle, perché credono in una
volontà superiore che li salverà.
Ma l’unica volontà che possa agire in
questo mondo è proprio quella umana. Quando se ne accorgeranno, sarà troppo
tardi.
Il mondo è la reificazione di una consapevolezza
che ora è anche dentro l’uomo. Quindi non serve a niente cercarla o invocarla
fuori. Va cercata e attivata dentro.
Invece molte volte chi è benestante ha il tempo e la libertà di dedicarsi a una vita culturalmente piena; non avendo l'impellenza del guadagno può accrescere le proprie facoltà intellettive.Naturalmente deve avere una propensione al piacere per la cultura..
RispondiEliminaSuccede anche questo. Ma di solito l'intelligenza si sviluppa per rimediare a problemi e mancanze.
RispondiElimina"Sono davvero ricco, quando il mio reddito è superiore alla mia spesa, e la mia spesa è uguale ai miei desideri."
(Edward Gibbon)