giovedì 17 agosto 2017

La volontà superiore

È noto che i figli di personaggi ricchi e potenti non combinano quasi nulla nella vita: sono protetti e facilitati in tutto, non devono fare grandi fatiche… perché darsi da fare? Restano per così dire in uno stato di minorità, non devono utilizzare tutte le loro facoltà.
Lo stesso succede, a livello religioso, agli uomini che si sentono protetti da una divinità. Si aspettano tutto dall’alto e non mobilitano tutte le loro risorse.
A questo punto dell’evoluzione umana, la fede in un Dio che vede e provvede è deleteria. Perché non c’è nessuno che ci protegge, non c’è nessuna provvidenza divina. Se una meteora si dirigesse sulla Terra, così come è già successo in passato, e provocasse una distruzione apocalittica, nessun Dio interverrebbe a deviarla. E non basterebbe pregare. Tutt’al più servirebbero i nostri missili e la nostra tecnologia.
Dovremmo prepararci già da adesso, non solo all’eventuale meteora, ma ai cambiamenti climatici, alla sovrappopolazione e alla distruzione delle risorse naturali. Però gli uomini non lo fanno. Credono nella protezione divina, credono che un Dio interverrebbe a salvarli all’ultimo momento.
Sono pochi gli uomini che hanno una coscienza globale; i più ragionano nei termini della loro breve vita, della loro nazione, del loro interesse immediato.
E la fede in Dio peggiora tutto: li rende inerti. Certi gruppi religiosi non vogliono neppure utilizzare le pratiche mediche più comuni, come la trasfusione. Si affidano alla preghiera e fanno morire i loro figli.
Gli uomini hanno in sé potenzialità enormi, ma non si sentono stimolati a svilupparle, perché credono in una volontà superiore che li salverà.

Ma l’unica volontà che possa agire in questo mondo è proprio quella umana. Quando se ne accorgeranno, sarà troppo tardi.

Il mondo è la reificazione di una consapevolezza che ora è anche dentro l’uomo. Quindi non serve a niente cercarla o invocarla fuori. Va cercata e attivata dentro.

2 commenti:

  1. Invece molte volte chi è benestante ha il tempo e la libertà di dedicarsi a una vita culturalmente piena; non avendo l'impellenza del guadagno può accrescere le proprie facoltà intellettive.Naturalmente deve avere una propensione al piacere per la cultura..

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  2. Succede anche questo. Ma di solito l'intelligenza si sviluppa per rimediare a problemi e mancanze.

    "Sono davvero ricco, quando il mio reddito è superiore alla mia spesa, e la mia spesa è uguale ai miei desideri."
    (Edward Gibbon)

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