Mentre in meditazione proponiamo esercizi
mentali, introspezione, lucidità, chiarezza e trascendenza della sfera dei
pensieri, che cosa ci propongono i rituali cattolici proprio in questi giorni?
Il rito dei battenti a Guardia Sanframondi
nel beneventano, dove un migliaio di fanatici passa per il paese in processione
con cappucci bianchi battendosi il petto con una spugna chiodata fino a farlo
sanguinare. Sembra una scena del Grand Guignol o di un film di Mel Gibson, in
cui i fedeli gridano: “Fratelli, forza e coraggio, in nome di Maria battetevi!”
Quando dico che il cristianesimo è l’ultimo
atto del paganesimo…
Secondo questi cattolici, esiste un Dio
che, per concedere i propri favori, vuole sangue e dolore. Certo, questa è un’idea
che viene diritta dalla “passione di Gesù”, dove il Dio Padre apprezza ancora i
sacrifici di sangue.
Un Dio talmente arcaico che risale proprio
a quella religione dei sacrifici materiali che Gesù voleva superare. “Misericordia
voglio, e non sacrifici!” (Mt 9, 13)
Poiché questi riti vengono filmati e diffusi
in tutto il mondo, che cosa penseranno gli stranieri? Che l’Italia è ancora un
paese di cavernicoli, che con una processione e molto sangue pretendono di
risolvere i loro problemi.
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