giovedì 24 agosto 2017

Il ciclo del samsara

Nella vita di tutti i giorni, quasi nessuno esamina le motivazioni dei propri atti, soprattutto se si tratta di azioni che ritiene positive. In realtà si possono compiere azioni positive con motivazioni abiette, per esempio per mostrarsi importanti, per ostentare generosità, per farsi belli, per sentirsi buoni, per ragioni di prestigio sociale, per competitività, per desiderio di notorietà, per mettersi a posto la coscienza, per ambizione e così via.
Certo è difficile esaminare di continuo il flusso dei propri pensieri e delle proprie volizioni.
Ma se, come sostengono i sostenitori del karma, ogni nostro atto e soprattutto ogni nostra motivazione lascia una traccia in una specie di coscienza deposito, si capisce perché stiamo tutti errando da milioni o da miliardi di anni nel ciclo doloroso del samsara.
Nessuna infatti ha sempre una motivazione pura e totalmente disinteressata. Perfino i grandi illuminati sono finiti quaggiù a causa di errori o peccati compiuti nel passato.
Applicando con precisione la legge di causa e di effetto, c’è sempre qualcosa da scontare. È per questo che la vita, anche nel migliore dei casi, è dolorosa.

Resta comunque il fatto che, senza uno sviluppo della consapevolezza, non c’è modo di uscire dal samsara.

Nessun commento:

Posta un commento