Creata la parola, fatto il danno. Ci siamo
inventati la parola Dio e crediamo di sapere che cosa sia Dio, tanto che ogni
religione ne dà una propria versione.
In realtà, la parola, se da una parte è
una specie di boa o un dito che indica qualcosa, dall’altro non è affatto quella
cosa. Se da una parte indica, dall’altra nasconde, e ci illude si sapere di che
cosa parliamo. Anziché essere rinvio, diventa schermo.
Potrò mai incontrare qualcuno che
dimentichi le parole e converarsare con lui? si domandava il saggio cinese
Chuang-tzu. E il Tao Te Ching gli faceva eco: “Colui che sa non parla, colui
che non sa parla”.
Ma sarebbe già un successo capire che le
parole sono infide e possono inventarsi qualunque cosa, anche inesistente.
La parola ha un grande potere – anche di
ingannare.
In principio era il Verbo o un grande Silenzio?
La parola non può che uscire dal silenzio,
e tra una parola e l’altra c’è ancora silenzio. Noi, che abbiamo costruito la
civiltà della chiacchiera, non l’abbiamo ancora capito.
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