Non possiamo pensare che l’esercizio preliminare
di seguire il respiro ci porti diritto a grandi risultati. Ci porta in realtà
ad uno stato di tranquillità, ci aiuta a calmare la mente e a concentrarci.
Ma, una volta generato questo stato d’animo,
dobbiamo compiere un salto di focalizzazione. Passiamo dalla focalizzazione sul
respiro alla focalizzazione su questo stato d’animo di tranquillità e di pace
Dall’esperienza del respiro all’esperienza della calma. E dall’esperienza della
calma all’esperienza del conoscere la calma e tutti gli altri stati d’animo che
si presentino.
Non dobbiamo preoccuparci di
eventuali pensieri o sensazioni che non siano in armonia con questo schema di
sviluppo. La funzione della mente è proprio questa: pensare. Ma, da un certo
punto in poi, possiamo riunificarci e concentrarci sulla consapevolezza stessa.
L’importante è far cadere l’identificazione
con i pensieri e gli altri stati d’animo, rimanendo nella pura consapevolezza. Nella
nostra mente passano vari scenari, che osserviamo però con distacco, come se
non ci appartenessimo.
Ma la consapevolezza dove sbocca?
Può essere uno spazio vuoto molto
intimo. Tuttavia, non è detto che l’intimità sia soltanto soggettività.
Scavando a fondo, si trova ciò che è comune a tutti – qualcosa di impersonale.
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