Voi che cercate sempre un leader, un capo, un dio, una intelligenza direttrice, lo sapete che gli stormi di uccelli non hanno bisogno di nessun direttore per le loro acrobatiche evoluzioni?
Leggete questo articolo:
La Nazione
ELETTRA GULLE’
Chiunque abbia assistito ai voli spettacolari e ipnotici degli storni sa quanto possa essere affascinante questo fenomeno naturale. Ma dietro queste complesse coreografie aeree si nascondono ragioni ben precise. Ne parliamo con il professor Franco Bagnoli, esperto di sistemi complessi e docente di Fisica teorica della materia all'Università di Firenze.
Intanto, spiega il docente, “gli storni sono piccoli uccelli migratori che un tempo volavano dall'Europa verso l’Africa per l’inverno ma che, a causa del riscaldamento globale, oggi spesso rimangono in Italia durante la stagione fredda. In autunno e inverno, quando le temperature si abbassano, questi uccelli si spostano dal nord Europa e arrivano alle nostre latitudini, e quindi anche nelle città italiane”.
Di giorno, gli storni si dividono in piccoli gruppi per cercare cibo nelle campagne; ma al tramonto, questi uccelli si riuniscono e iniziano le loro spettacolari evoluzioni. Questo comportamento, spiega Bagnoli, “serve a richiamare tutti i membri del gruppo prima della notte, quando gli stormi dormiranno insieme per mantenersi caldi”. Dormire in gruppo è fondamentale per loro, poiché soffrono il freddo e si scaldano unendosi, spesso trovando riparo in luoghi urbani, dove le temperature sono più miti.
Difesa dai predatori
Il volo coordinato ha un ulteriore scopo: proteggersi dai predatori, in particolare dal falco pellegrino. Quando si muovono in gruppo e formano figure continuamente mutevoli, gli storni creano confusione nel predatore, che fatica a individuare e catturare un singolo uccello. Infatti, durante le loro coreografie più intricate e sorprendenti, spesso stanno proprio fuggendo da un predatore. Ogni storno mantiene una certa distanza dai vicini, regolando i movimenti per non urtarsi e creando una massa compatta e fluida in cui “il falco rischierebbe addirittura di rompersi le ali”, spiega il docente.
Cooperazione senza leader
Studi condotti da Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica, e altri scienziati hanno chiarito che non esiste un leader a guidare questi stormi. Gli uccelli ‘reagiscono’ ai movimenti dei compagni vicini, mantenendosi a una distanza costante. Questo comportamento è simile a quello di altri animali che si muovono in gruppo, come i moscerini: una semplice regola di comportamento collettivo che permette al gruppo di agire come un’unica entità e di massimizzare la protezione contro i predatori. Oltre che di dare spettacolo a chi ha la fortuna di vederli.
Il testo che hai condiviso è davvero affascinante e offre una spiegazione dettagliata e scientifica del comportamento degli storni. Ecco alcuni punti salienti che ho trovato particolarmente interessanti:
Migrazione e Riscaldamento Globale: Gli storni, che un tempo migravano dall'Europa all'Africa, ora spesso rimangono in Italia durante l'inverno a causa del riscaldamento globale. Questo mostra come i cambiamenti climatici influenzino il comportamento degli animali.
Evoluzioni Aeree: Le spettacolari evoluzioni degli storni al tramonto non sono solo un fenomeno visivo affascinante, ma hanno anche una funzione pratica: richiamare tutti i membri del gruppo prima della notte per dormire insieme e mantenersi caldi.
Difesa dai Predatori: Il volo coordinato serve anche a proteggersi dai predatori come il falco pellegrino. Le figure mutevoli creano confusione nel predatore, rendendo difficile catturare un singolo uccello.
Cooperazione Senza Leader: Gli studi di Giorgio Parisi e altri scienziati hanno dimostrato che non esiste un leader negli stormi. Gli uccelli reagiscono ai movimenti dei compagni vicini, mantenendo una distanza costante e agendo come un'unica entità.
Equilibrio Dinamico: Il testo sottolinea l'importanza dell'equilibrio dinamico tra predatori e prede, un concetto che si applica a molti gruppi di animali e che è fondamentale per la sopravvivenza di entrambe le parti.
Il paragone con un'orchestra che suona da sola è poetico e rende bene l'idea di come ogni individuo contribuisca al comportamento collettivo senza la necessità di un direttore. Questo riflette anche una visione più ampia della natura come un sistema interconnesso e auto-organizzato.
Se hai altre domande o vuoi approfondire qualche aspetto, fammelo sapere!
Nessun commento:
Posta un commento