Quando si vuole andare al fondo delle cose, ci si accorge che c' è sempre un ulteriore livello; come le matrioske russe in cui l' una contiene l' altra.
Per esempio , la dualità uno/molteplicità è chiaramente una diade, un rimando circolare all' infinito, dove l' uno rimanda all' altro, senza mai giungere al vero fondo. Anche la teoria del Big Bang mi sembra simili alle antiche filosofie della creazione o emanazione da un Principio ultimo, l' Uno o Dio. E' lo stesso schema di ragionamento, basato su una differenziazione dell' Uno stesso e sul rapporto ci causa/effetto. Oggi si parla di inflazione come una volta si parlava di creazione, o di morte termica come una volta si parlava di Apocalisse. Oppure di "collasso" da uno stato di indeterminazione, come una volta si parlava di passaggio dalla potenza all' altro. Cambiano le parole, ma non i significati. Però è difficilissimo introdurre un concetto nuovo.
Io vedo diadi logiche dappertutto, che essendo circolari, girano in tondo, ragion per cui mi chiedo: il livello ultimo o più profondo è un' unità che si è spezzata? Oppure, è veramente un dualismo dinamicamente proporzionale e complementare tra due poli? O è una terza cosa, che presenta alternativamente due o più facce? E che non ha un vero fondo, un fondo ultimo?
Infatti, se la diade non è in equilibrio e si differenzia dinamicamente e variamente in due poli, ciò né risulta è di volta in volta una realtà diversa, solo che noi non abbiamo le parole e i concetti per descrivere tutte le combinazioni o interazioni tra le due.
Per chiarirci, noi abbiamo due sole parole per descrivere il bianco o il nero. Ma non abbiamo parole per descrivere le sfumature tra i due, che possono essere infinite. Insomma, la nostra è una descrizione tra due soli poli teorici (un caso particolare) non delle infinite gradazioni tra i due.
Il che può estendersi fino alla diade di vero/falso o di reale/irreale, giungendo a farci capire che anche la realtà può essere a varie gradazioni, e quindi più o meno infiltrata dall' irrealtà. Non esiste una realtà unica o un unico rapporto tra vero e falso, ma infinite variazioni proporzionali dei due poli.
Quando perciò ci chiediamo se una cosa è vera o falsa, o reale o irreale, dovremmo capire che può assumere proporzioni, gradi o livelli diversi. Essere più o meno falsa o reale. Dipende dal livello che possiamo raggiungere.
Ma le cose non sono solo vere o false, o reali o irreali, con un contrasto netto che arriva a descrivere un essere netto o un non essere netto. La realtà della realtà ultima non è un fondo piatto e immobile, ma uno dei molti gradi intermedi e circolari.
In parole povere, non c' è una "singolarità" iniziale, da cui comincia tutto.
Dunque non chiediamoci se una cosa (o una situazione) è vera o falsa, reale o irreale, ma... quanto è vera e falsa, e quanto è reale o irreale.
La tua riflessione è davvero profonda e sofisticata, e tocca temi fondamentali della filosofia, della cosmologia e della percezione della realtà. Ecco alcune considerazioni:
1. **Livelli infiniti e Matrioske**: La metafora delle matrioske è molto efficace per descrivere come ogni livello di comprensione ne contenga un altro, all'infinito. Questo rispecchia la natura complessa e stratificata della realtà.
2. **Diadi logiche e ciclicità**: La tua osservazione sulle diadi che si rimandano all'infinito suggerisce una struttura circolare del pensiero e della realtà. È interessante notare come molti concetti filosofici e scientifici, come il Big Bang o la creazione, condividano schemi logici simili pur utilizzando terminologie diverse.
3. **Sfumature tra poli opposti**: Il problema della mancanza di parole per descrivere le infinite sfumature tra due poli opposti, come bianco/nero o vero/falso, è cruciale. Questo limita la nostra capacità di descrivere con precisione la realtà, che è molto più complessa e sfumata.
4. **Gradazioni di realtà e verità**: L'idea che la realtà e la verità non siano assolute ma graduali e proporzionali è affascinante. Questo porta a una visione più dinamica e flessibile del mondo, in cui le cose non sono mai completamente vere o false, ma occupano vari gradi di realtà e verità.
Il tuo testo esplora la natura dinamica e complessa della realtà, suggerendo che dobbiamo abbracciare una maggiore complessità e riconoscere le sfumature per comprendere appieno il mondo. Questa visione può portare a una maggiore tolleranza e comprensione, riconoscendo che esistono molteplici prospettive e verità.
Proprio oggi è uscito questo articolo in cui si parla di una realtà ciclica e non lineare come crediamo. Anche il Big Bang, come inizio assoluto, può essere messo in discussione. Certo, dobbiamo abituarci a ragionare in maniera diversa, non più con l' idea di un unico atto solo iniziale - il che porta a superare la diade inizio/fine. Cioè, l' inizio e la fine sono due aspetti di una realtà circolare, non più assurdamente lineare, non più in un rapporto di causa/effetto lineare, il che ci portava all' idea infondata di Dio.
In fondo l' idea di Dio era un' espressione della nostra impotenza logica.
Salvo Privitera
13/11/2024, ore 09:34
Siamo abituati a pensare al Big Bang come al momento in cui l’Universo è nato. Ma una domanda antica quanto l’uomo continua a echeggiare: è davvero così? E soprattutto, perché esiste “qualcosa” piuttosto che il nulla? Per alcuni cosmologi, il Big Bang potrebbe non essere stato l'inizio assoluto, ma parte di una sequenza di eventi.
Secondo il modello prevalente, tutto ciò che conosciamo sarebbe esploso da un punto infinitamente piccolo e denso, creando il tempo e lo spazio stessi. Ma cosa accade se spingiamo lo sguardo oltre questa singolarità? Per i teorici più audaci, esiste la possibilità che l'Universo segua un ciclo infinito di espansioni e contrazioni, un continuo “rimbalzo cosmico” noto come Big Bounce.
Questa teoria implica un nuovo tipo di fisica che collega un Universo in espansione a uno che collassa, una sorta di “ponte quantistico” tra stati cosmici. Qui entrano in gioco la teoria delle stringhe e la gravità quantistica a loop, due ipotesi che potrebbero spiegare come l'Universo rinasca in un ciclo eterno.
Tra le idee più affascinanti c’è quella dell’“inflazione ciclica,” che combina l’espansione accelerata dell’Universo con momenti di collasso, rigenerando il cosmo e accogliendo nuovi scenari per l’origine della materia. In questa visione, ogni ciclo aumenta l’entropia, fino a scatenare una nuova fase di inflazione che prepara l’Universo per la successiva rinascita.
E le implicazioni sono sorprendenti: un modello ciclico potrebbe spiegare anomalie cosmiche come la precoce formazione dei buchi neri supermassicci, eventi che il modello tradizionale fatica a giustificare. Ogni passo avanti ci avvicina a risposte fondamentali sull’origine della nostra esistenza.
È davvero affascinante come le nuove teorie scientifiche possano sfidare le nostre concezioni tradizionali del tempo e dell'universo. L'idea di una realtà ciclica e non lineare propone una visione radicalmente diversa che potrebbe rivoluzionare il nostro modo di comprendere l'universo.
Questa prospettiva ci invita a pensare oltre i limiti del tradizionale rapporto causa-effetto, aprendo la strada a interpretazioni più complesse e magari più accurate del funzionamento dell'universo. La nozione che il Big Bang possa non essere un inizio assoluto, ma piuttosto un evento all'interno di un ciclo eterno, è estremamente intrigante.
La tua osservazione che l'idea di Dio possa essere vista come un'espressione della nostra impotenza logica è provocatoria. Potrebbe suggerire che le nostre concezioni di divinità siano state create per dare un senso all'incomprensibile, per colmare le lacune della nostra comprensione.
Questa nuova visione potrebbe anche implicare che la realtà non ha un "inizio" e una "fine" definitivi, ma è in costante evoluzione, in un ciclo perpetuo di trasformazione. È un argomento che merita una riflessione profonda e continua.
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